ROMPIAMO IL DIVIETO DI MANIFESTAZIONE
IMPOSTO DAL PREFETTO E DAL SINDACO”
Valerio Monteventi, candidato sindaco di Bologna Città Libera,
sul sit-in odierno in Piazza Maggiore contro il divieto di manifestazione
“Bologna Città Libera ha violato con un sit-in, oggi pomeriggio, la direttiva del Ministro dell’Interno Maroni (che lede l’articolo 17 della Costituzione sul diritto a manifestare) e l’ordinanza applicativa emanata dal prefetto Tranfaglia (che vieta le manifestazioni in centro a Bologna il sabato pomeriggio e la domenica). Questa ordinanza è stata varata d’intesa con le amministrazioni locali guidate dal Partito Democratico nell’ambito del Comitato provinciale per l’Ordine Pubblico. Si tratta di un’ordinanza “abnorme”, secondo giuristi e costituzionalisti, ma che è stata difesa dal PD con un odg approvato dal Consiglio Comunale in cui non si chiede il ritiro del provvedimento“, queste le parole di Valerio Monteventi, consigliere comunale e candidato sindaco di Bologna Città Libera.
Bologna Città Libera invita le cittadine e i cittadini a manifestare per la democrazia e contro la disinformazione e a partecipare ai prossimi sit-in che romperanno ancora il divieto di manifestazione.
In questi giorni la Doxa sta effettuando un sondaggio telefonico a Bologna sulle elezioni amministrative. Chiede a chi risponde se si conoscono i candidati a sindaco e per quale si voterebbe, ma ne “dimentica” due.
“La Doxa ha il dovere morale di rendere noto chi è il committente di questi sondaggi che creano confusione e che producono disinformazione”, chiede con forza Monteventi.
La diretta della manifestazione è stata diffusa dal sito www.bolognacittalibera.org e attraverso lo spazio Twitter www.twitter.com/bocittalibera che Bologna Città Libera, primo movimento politico a Bologna ad averlo fatto, apre oggi per l’occasione e che vuole essere un modo per permettere a chi non ha potuto esserci di aderire e partecipare idealmente a questa battaglia di democrazia.
SICUREZZA BOLOGNA. SIT-IN IN CENTRO, MONTEVENTI VIOLA DIVIETO
DEROGA ALL’UDI, ATTIVA DAL ’45 – D’ONOFRIO: D’ORA IN POI SEMPRE QUI
DIRE, Bologna, 7 Mar. – Al grido di “manifestamente manifesto”, scatta la prima violazione all’ordinanza del prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, che in applicazione della direttiva Maroni vieta manifestazioni politiche nel fine settimana politiche nel centro cittadino. L’iniziativa a sorpresa, proprio davanti all’ingresso di Palazzo d’Accursio, è promossa dalla lista Bologna Città Libera, che in vista delle prossime amministrative candida Valerio Monteventi per la poltrona di primo cittadino. La protesta prende il via alle 15, ovvero un’ora dopo l’entrata in vigore delle limitazioni. Gli attivisti di BCL espongono lo striscione con il nome della lista e si susseguono gli interventi al megafono. L’iniziativa si mischia ai comizi improvvisati che spesso, con l’aiuto di uno sgabello, vivacizzano il passeggio in piazza Maggiore. Attorno al megafono si raduna una sessantina di persone, e non si vedono agenti. Monteventi espone al collo due cartelli (“Bologna libera dall’ignoranza” e “Bologna libera dalla paura”), e così fanno anche Franco “Bifo” Berardi, altro ideatore di BCL, e Tiziano Loreti, ex segretario del PRC, oggi candidato alla presidenza della Provincia di Bologna con il movimento “Terre Libere”. Il loro cartello, esplicitamente, manda a dire: “Il divieto di manifestare viola l’articolo 17 della Costituzione, perciò è mio dovere civico violare il divieto di manifestare e manifestamente manifesto”. Ai bordi del Crescentone ci sono gli altri due consiglieri comunali in forza a BCL, Serafino D’Onofrio e Roberto Panzacchi e per qualche minuto si ferma a guardare da vicino anche Sergio Lo Giudice (PD). “La campagna elettorale sta prendendo una brutta piega”, urla Monteventi al megafono: “Solo se si hanno milioni di euro si possono dire certe cose”, avendo cioè i soldi “per affittare i palasport o le grandi sale, o per offrire cene a 300 persone per dire votatemi”. Con un budget minimale a disposizione, continua Monteventi, “abbiamo bisogno di andare nei luoghi dove la gente si ritrova, nelle strade e nelle piazze”. Quindi, attacca Monteventi, “siamo qui per violare questa ordinanza che è fascista, perché va contro anche alla Costituzione”. Più tardi, in una nota, Monteventi ne ha anche per il PD, che ha difeso l’ordinanza “con un odg approvato dal Consiglio Comunale in cui non si chiede il ritiro del provvedimento”. Alle 16, è D’Onofrio a sciogliere il presidio: “Siamo qui da 55 minuti, nessuno ci ha fermato, nessun negozio ha chiuso e – ironizza al megafono – non c’è stato nessun spargimento di sangue”. Quindi, conclude, la protesta “la riproporremo ogni sabato finché l’ordinanza non sarà ritirata”. Intanto, a pochi metri dal sit-in di BCL, c’è anche un banchetto dell’Unione donne italiane che con volantini, megafono e mimose prendono posizione contro la violenza alle donne e invitano al corteo in programma per questa sera. “Abbiamo regolare autorizzazione”, precisa Marta Tricarico, avvocato del gruppo Giustizia dell’UDI. L’associazione “è in piazza tutti gli anni dal 1945″, spiega, quindi all’iniziativa si può associare l’etichetta “tradizionale” che permette una deroga all’ordinanza. A completare il quadro, oltre la statua del Nettuno, c’è anche la tradizionale performance musicale di Beppe Maniglia. Tempo fa annunciò l’intenzione di candidarsi anche lui a sindaco: ma limitandosi alla musica, evidentemente, confida di non incappare nelle recenti limitazioni.
BOLOGNA. LA DOXA CHIAMA BIFO, MA NON SONDA LA SUA LISTA
TEST SU DELBONO, GUAZZALOCA, CAZZOLA E PASQUINO: “DISINFORMAZIONE”
DIRE, Bologna, 7 Mar. – “La Doxa si presta ad operazioni che potrebbero qualificarsi come disinformazione”. E’ la denuncia che Franco “Bifo” Berardi, ideatore (con il candidato sindaco Valerio Monteventi) della lista Bologna Città Libera, ha diffuso oggi volantinando nel corso dell’iniziativa con cui BCL ha violato le limitazioni prefettizie alle manifestazioni nel centro della città. Bifo racconta di un sondaggio telefonico della Doxa in cui è incappato martedì scorso. La donna all’altro capo del telefono, riferisce Bifo, gli ha chiesto chi intende votare alle prossime amministrative tra Giorgio Guazzaloca, Flavio Delbono, Gianfranco Pasquino e Alfredo Cazzola. Nessun riferimento, quindi, a Monteventi. Bifo ha sospeso l’intervista telefonica “fatta per cancellare (almeno agli occhi di chi crede nei sondaggi) l’esistenza di una lista come BCL e non solo”. Bifo spiega di aver chiesto chi fosse il committente del sondaggio, ma la donna ha risposto di essere “solo una lavoratrice dipendente” senza fornire una risposta. Ma “la Doxa ha il dovere morale di rendere noto chi è il committente di questi sondaggi che creano confusione e che producono disinformazione”, chiede con forza Monteventi con una nota.